All’interno di uno dei parchi più belli della Liguria, quello di Villa Negrotto Cambiaso, domina in tutta la sua bellezza la monumentale serra in stile liberty del 1931.

Questa particolare struttura venne progettata dall’architetto Lamberto Cusani, che si ispirò ai grandi padiglioni delle Esposizioni Internazionali di inizio ‘900 e alle serre ottocentesche inglesi e francesi, su commissione della marchesa Matilde Negrotto Cambiaso, che crediamo abbia voluto affidare ad essa un suo particolare messaggio di orgoglio.

Tutti quanti hanno ben presente la forma e i colori della grande serra, studiata a fondo nelle sue varie sfumature, ma noi ci siamo soffermati ad osservare un particolare che sembra rimasto nascosto fino ad oggi: gli stemmi di alcune delle più importanti famiglie genovesi che decorano le lunette del bellissimo ingresso.

Analizzandoli attentamente ci siamo accorti di un singolare dettaglio: le armi delle famiglie legate alla storia della grande villa di Arenzano sono collocate in posizione defilata: a sinistra della porta d’ingresso quello dei Negrotto Cambiaso, proprietari con il marchese Pierino del possedimento, e a destra quello dei Pallavicino, che possedettero la villa per secoli.

Al centro campeggia, all’interno di una cornice ben più maestosa, un particolare scudo con gli emblemi di una famiglia apparentemente estranea alla storia del Castello.

È lo stemma di Matilde (lo scudo ovale era proprio degli stemmi personali femminili) che però non presenta le insegne dei Negrotto Cambiaso, bensì quelle dei potenti e quasi “leggendari” Giustiniani: la famiglia e il cognome di nascita della Marchesa.

Matilde assunse il titolo di “Negrotto Cambiaso” solo nel 1923, sposando il marchese Pierino, erede diretto dei Sauli Pallavicino da parte della madre Teresa, e di cui rimase vedova nel 1925 ottenendo la proprietà della villa.

Secondo le leggi araldiche la Marchesa avrebbe dovuto raffigurare nello stemma anche gli elementi della famiglia del marito, invece, presentando incredibilmente solo quelli della sua, ci ha dato la suggestiva impressione di voler dimostrare il proprio orgoglio nell’appartenere alla potente compagine dei Giustiniani, protagonista delle antiche imprese della Repubblica di Genova nelle isole del Dodecaneso.

Lo stemma dei Giustiniani, questa volta all’interno di un “normale” scudo e dunque non personale, si presenta altre due volte lungo le pareti laterali della serra suggerendoci ancora una volta la volontà di Matilde di rimarcare la fierezza e l’orgoglio delle proprie origini e della propria indipendenza che non doveva essere “soffocata” da un cognome che non era il suo: donna ancora prima che nobile.

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