Omaggio all’artista

CARLA BENVENUTO

La Serra Monumentale di Arenzano quest’anno ospita la mostra di Carla Benvenuto, artista ligure dal tratto raffinatissimo e dalla grazia espressiva, i cui grandi dipinti a tecnica mista su tela si sposano perfettamente con la struttura déco di vetro e ferro color verde pastello della Serra liberty.

La mostra “Bastava aprire le ali per scoprire di saper volare” e’ un lungo, complesso, articolato discorso, che si sviluppa tra parole e immagini, concetti e visioni, per divenire pagina dopo pagina, tela dopo tela, una mostra come un libro e un libro che si legge e si vede come in una mostra.

Così Carla Benvenuto ha prodotto e produce un originale alfabeto interiore, espresso tra pittura e letteratura sempre con rigorosa coerenza: “Le mie opere devono avere sensazione di racconto, poesia, storia”.

Una scelta che l’artista evidenzia nella sua pittura concettuale, tra figure estratte da ogni contesto spaziale e ricollocate in un luogo privo di dimensioni fisiche, uno spazio nuovo, mentale, passando da un linguaggio all’altro perché l’uno sempre complementare all’altro (*Interrompo tutte le pennellate con qualcosa di diverso”, spiega. Un qualcosa fatto di ideogrammi, caratteri, segni, simboli, allorché la visione necessita di ulteriori approfondimenti).

La parola, dunque, è il filo conduttore del progetto, già presente, una decina d’anni fa, nelle figurazioni. Corpi statici che si presentano muti, pertanto nell’assenza di parola, tuttavia evocata e di conseguenza presente. E proseguendo la ricerca che l’idea di parola si fa sempre più urgente, sino a comporre un poema per immagini, da un lato inserendo lettere e parole nelle elaborazioni su tela, dall’altro scegliendo allestimenti materici, piccole medie grandi sculture di carta e carte. Rotoli manoscritti legati l’uno all’altro, come messaggi in bottiglia, metafora di un racconto che contemporaneamente procede nella scrittura, sino alle attuali cinquecento pagine della “Storia di Salì”

L’arte di Carla Benvenuto è giunta dunque a una pittura discorsiva, a una narrativa di forti contenuti visionari, paesaggi che ha identificato in una precisa area geografica dell’Oceano Indiano – qui vivono i Moken, gente nomade del mare cui appartiene Sali – e che sono descritti nel libro, gli stessi che in questi tempi, preparando una importante presenza per il museo di arte contemporanea genovese a Villa Croce, prendono forma nelle grandi tele e nelle sculture.

“Bastava aprire le ali – scrive Carla Benvenuto – per capire che poteva imparare a volare“: è una frase significativa che compare nella “Storia di Sali”, paradigma di una fede profonda nell’arte: osare, per comprendere, non pretendere di mantenere i piedi per terra come atavica sicurezza dell’essere.

La mostra di Florarte anticipa così i temi principali della “Storia” Alberi, foreste, mare. Cielo e acqua sono il palinsesto cromatico su cui l’artista compila un diario di viaggio e di vita – un’autobiografia epica – senza tracciare una rotta, riservandosi soste, cambi di direzione, ritorni: ogni approdo è punto di arrivo e partenza. I dipinti diventano di conseguenza mappe di una ricerca i cui contenuti sono tanto mentali quanto sentimentali. I lavori più recenti approfondiscono questo intento: Carla Benvenuto lavora sulle tele sottraendo frammenti in modo tale da alleggerire l’impianto pittorico, e gli stessi frammenti emergono su altre tele, apportando nuovi elementi, parole, segni. Un rimandare pieni e vuoti che dialogano, sino a comporre nuove mappe, nuove rotte intorno al Mito personale di Salì.

Di Stefano Bigazzi

Biografia

Carla Benvenuto (Genova, 1956) vive e lavora tra Italia e Francia.

Pittrice, lavora da tempo sulle declinazioni della scrittura, con materiali di narrazione che diventano dipinti e oggetti scultorei.

Le sue “Storie che viaggiano” sono scritte a mano su carta e poi assemblate in installazioni esposte in permanenza in luoghi pubblici e privati, gallerie e musei, sia in Italia che all’estero.

Grandi formati sono stati realizzati per il Palazzo della Regione di Trento, con seimila rotoli di carta, o per la Biennale Arte Dolomiti, o il Museo di Sant Agostino a Genova, il Nhow di Milano, in Francia a Villa Aurélienne Frejus, Eragny sur Oise.

Nel 2017 espone presso il foyer del Teatro della Corte di Genova e presenta le prime tre pagine de “La storia di Sali”, che oggi sono un libro di oltre cinquecento pagine al centro di un progetto che l’artista presenterà al Museo di Arte Contemporanea Villa Croce di Genova.

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