Marina Sasso è nata a Venaria Reale l’ 11 Febbraio 1945 . Vive e lavora a Torino.

 

Penso la scultura come corpo vivo che cresce organicamente.

L’idea a lungo seguita, talvolta perduta, poi ritrovata, si fa scultura sviluppandosi nella contiguità del gesto che dispone, disloca, include, esclude.

Seguo l’ incanto di una scoperta, più spesso una riscoperta, l’incontro non previsto ma inevitabile con il frammento/forma di una precedente scultura, una pietra abbandonata nello studio. Forma primigenia carica di vissuto, di tempo, di memorie mia personale archeologia.

Accanto a questo segno primitivo ordino lo spazio che sarà scultura. Definisco il limite entro cui disporre il corpo plastico .Altre volte è il segno tracciato sulla carta che si fa idea ,progetto. Scelgo di volta in volta quei materiali che maggiormente consentono il lavoro di costruzione/ disposizione. Di questi materiali apprezzo e rispetto le qualità intrinseche .La forza severa del ferro, il prezioso colore-luce del rame, la vellutata assorbenza del piombo, la presenza grave e ferma della pietra.

La solarità della terracotta, l’aereo disegno del plexiglas.

Mi piace pensare alla scultura come luogo delle contaminazioni. Luogo del rapporto dialettico tra la fisicità delle forme, dei materiali e l’immaterialità delle linee. Tra opacità e trasparenza.

Opposizione tra l’incorporeo e il peso-densità d

ella materia. L’incorporeo talvolta è soltanto un segno, talaltra una forma aerea e trasparente, una quinta di luce .

Marina Sasso in studio

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