Omaggio al Maestro Plinio Mesciulam – 2017
Nel 2017 si è pensato ad un’artista genovese dalla riconosciuta importanza nel panorama della storia dell’arte internazionale. Ma la scelta sembrava di difficile realizzazione. Plinio Mesciulam non ha mai avuto molti contatti con Arenzano, non espone da molti anni e raramente accetta proposte di partecipazione a collettive. Non ha un rapporto felice con gallerie ed il mercato e si è ritirato a vita privata continuando a lavorare alacremente, in maniera incessante, più per soddisfare la necessità fisiologica della creazione artistica che non l’abbandona mai che non per i propri committenti. E’ un eremita dell’arte, difficile da avvicinare.
Ma è anche molto amato ed è grazie ai numerosi amici che è stato possibile anche da parte di Arenzano rendergli il dovuto Omaggio, convincendolo a partecipare. Grazie all’architetto Rossella Soro che ci ha introdotto a lui. Grazie al suo collaboratore e amico Armando Fazio che ha concretamente partecipato all’allestimento. Grazie all’intervento di Luciano Caprile che da anni segue la ricerca del Maestro e che ha prestato la sua voce per presentare questa esposizione ad Arenzano. Grazie all’amorevole presenza della moglie dell’artista Grazia.
In tal modo il Maestro Plinio Mesciulam ha accolto con entusiasmo la nostra proposta di prestare le sue opere all’interpretazione dei fioristi e forse ancor più che con solo entusiasmo: vuole legare infatti il suo nome alla nostra cittadina con un’opera importante, “Profumo di rose”, che dopo l’esposizione a FlorArte resterà ad Arenzano, dono dell’artista alla comunità, e sarà esposta nel palazzo comunale, a memoria di questo incontro emozionante e bello.
Nota biografica
Nasce a Genova il 23 dicembre 1926, dove attualmente vive con la moglie Grazia. Suo padre era giunto dalla Turchia dopo la presa del potere da parte di Ataturk mentre la madre proveniva da una famiglia di “camalli”, i lavoratori del porto di Genova. Durante la guerra si rifugia nell’entroterra con la famiglia, ma giovanissimo aderisce all’azione partigiana ed è in questa veste che rientra a Genova nel 1945. Mentre qui inizia la sua carriera di maestro elementare già si era evidenziata una sorprendente sensibilità artistica e nel 1948 partecipa alla Quadriennale di Roma, assieme ad artisti della poetica astrattista quali, tra gli altri, Soldati, Munari, Vedova e Reggiani. E’ da considerarsi il primo pittore astratto ligure. Ha guidato e promosso movimenti artistici. Dal 1952 al 1954 fa parte del MAC – Movimento Arte Concreta e negli stessi anni fonda il gruppo genovese del movimento. Dei tempi dell’esordio ricorda con riconoscenza gli artisti che gli offrirono stima e incoraggiamento: Lucio Fontana, Giannetto Fieschi, Atanasio Soldati, Bruno Munari, Emilio Scanavino, Gillo Dorfles. Fino al 1962 lavora ad una tematica religiosa in cui emerge un elemento che sarà importante anche negli anni successivi: la goccia, emblema del pianto. Dal 1963 si ha la svolta medialista, in cui le immagini non provengono più dall’interno, ma vengono elaborate e manipolate su quelle fornite dalla pubblicità: nel 1965 fonda il Gruppo COND e prosegue le ricerche sulla comunicazione visiva, utilizzando la fotografia con varie installazioni e performance in diverse città d’Italia.
Nel 1976, il giorno dell’Epifania, propone il suo principio di arte ostensoria con le Epifanie Ostensibili, portate in corteo da giovani: nell’entourage bolognese di Renato Barilli e Francesca Alinovi trova sostegno e amicizia.
Intanto avvia anche l’operazione Mohammed e nel 1977 fonda il Centro di Comunicazione Ristretta, un circuito comunicativo mondiali, Net art, definito “Incunabolo di Internet” e che sarà appoggiato da Alighiero Boetti, Pierre Restany e Jean Brown, la quale venderà milletrecento esemplari di “Mohammed” al Getty Museum di Los Angeles: si tratta della diffusione planetaria di poche copie Xerox come originale, effettuata con la posta tradizionale.
Lo studio del Maestro Mesciulam (ph. Mario Mameli)
Approfondisce per tutti gli anni Ottanta l’interesse al rapporto tra pittura e architettura (Bohème, 1987) e l’uso della finestra contorta, che negli anni Novanta diventerà molle e fantasmatica.
Ritorna il principio dell’ostensione verso la metà degli anni Novanta con le performance in cui Cristina Flammia attraversa le vie di Genova portando un ostensorio ligneo chiamato Preghiera e poi anche con le Tavole autoindicate, il cui tema si ricollega ad una grande installazione con il lavoro Le firme dei maestri (1974) alla Galleria Rotta di Genova nel 1975. Nel 1994 Sandra Solimano organizza un’antologica a Villa Croce di Genova. Nel 2000 si ha L’Album di Famiglia: le ombre dei congiunti che si proiettano su strutture architettoniche quasi a lasciare una memoria di sé. Dal 2006 al 2008 ritorna sul tema Le firme dei maestri (1974).
La sua ricerca continua sul tema della coppia che è l’argomento dell’ultimo periodo: dopo la serie Eterni amori, con Enchiridion testimonia un caparbio impegno creativo. Opere di pittura, sculture pittoriche, libri d’artista e incisioni di Plinio Mesciulam si trovano presso musei, archivi e collezioni private in Italia e all’estero.